L’area dove oggi si trova Orosei era già abitata in epoca antichissima, come testimoniano le Domus de janas di Canale Longu, Conca Ruia e Lughìo, nonché il dolmen del colle di Santa Lucia e la tomba di Santa Maria ‘e mare.
Più tardi, durante la dominazione romana, nella zona esisteva il piccolo abitato di Fanum Carisi, in seguito Urisè.
Il paese, sorto nel medioevo, fece parte del Giudicato di Gallura e nel 1288 divenne comune. Nel 1449 il nobile di Galtellì Salvatore Guiso acquistò tutta la zona e realizzò numerosi palazzi signorili.
Come tutte le località della costa sarda, anche Orosei fu flagellata per secoli dalle incursioni dei pirati dal mare.
Per questo gli aragonesi, subentrati ai pisani nel Trecento, decisero di approntare un sistema di torri di avvistamento. L’ultimo assalto, nel 1806, fu sventato dalla popolazione.
Nel 1839 il sistema feudale introdotto dagli aragonesi venne abolito e Orosei uscì gradualmente dall’isolamento.
Oggi è una località proiettata nel futuro, dedita al turismo ma ancora gelosa delle proprie tradizioni.
La valle del Cedrino è sempre stata celebre per la sua fertilità, per questo in zona ci sono tante testimonianze della civiltà nuragica.
I villaggi di Rampinu, Sa Linnarta e Sos Muros, i nuraghi di Dudurri, Murjé, Nurache Portu e Nerelie e le muraglie nuragiche di Punta Fraicata e Cuccuru ‘e frores attraggono turisti e appassionati di archeologia.
Originariamente nota come chiesa delle Anime purganti, è stata costruita nel 1718 dalla Confraternita de “Sas Animas” e si fa notare per le forme decisamente barocche.
L’ex Casa Rettorale Su Probanu è situata nel pieno centro storico di Orosei, a metà fra il quartiere di Santu Sostianu (San Sebastiano) e il quartiere di Sant’Antoni ‘e s’ocu (Sant’Antonio Abate).
La costruzione, risalente al 1700, venne utilizzata come abitazione dei parroci e di “su probanu” o “barbanu”, ossia il pievano, rettore della parrocchia.
L’edificio, dopo un recente ed accurato restauro, è attualmente utilizzato come sala conferenze, mostre temporanee e per attività didattiche. È incluso nel Parco letterario Grazia Deledda.
Inoltre nel centro storico si trovano edifici e testimonianze appartenenti a diversi stili architettonici.
Dalle epoche più remote a quelle più recenti, scopriamo i siti più interessanti della zona.
Ampia sala adatta a congressi, convegni, spettacoli e manifestazioni culturali.
Comodi posti a sedere, spazio coffee break e area espositiva.
Situata in pieno centro, è stata costruita in pietra vulcanica fra il Trecento e il Quattrocento sui resti di un preesistente tempio romanico.
Notevoli gli affreschi del Quattrocento con scene della vita di Gesù, la torre medievale del periodo pisano e le cumbessias, alloggi destinati ai pellegrini.
Massiccio montuoso calcareo alto 806 metri che si trova alle spalle di Orosei.
Dalla sua sommità si gode uno splendido panorama sul Golfo, la valle del Cedrino e una porzione importante della Sardegna settentrionale.
La montagna è ricoperta di boschi di lecci, corbezzoli, lentischi e mirti ed è gestita dall’Ente foreste della Sardegna.
A un paio di chilometri dalla costa, sul fondale marino a 31 metri di profondità si trova il relitto del KT12, un mezzo da sbarco tedesco della Seconda guerra mondiale, affondato il 10 giugno del 1943 mentre trasportava automezzi e carburante per le truppe in Africa.
Il mezzo, separato in due parti, è meta di numerosi appassionati subacquei che non perdono occasione per vedere da vicino questo reperto.
Il 16 gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate: nel pomeriggio, nel cortile della chiesa omonima viene acceso un grande falò attorno a “su pirone”, un robusto tronco di cipresso.
La popolazione si raduna attorno all’albero per pregare e recitare rosari.
Su Pistiddu, assieme ad un altro panificato chiamato più comunemente “pane nieddu”, sono i tipici dolci realizzati per la ricorrenza di Sant’Antoni ‘e s’Ocu a Orosei.
Solitamente donati da chi li produce a parenti e conoscenti, in segno di grazia ricevuta o richiesta, compongono assieme “sa Parthone”.
A Pasqua si tengono i riti della settimana santa: si inizia il giovedì santo, quando in tutte le chiese del paese si addobbano i “sepolcri” con composizioni floreali per adornare la statua del Cristo morto.
L’indomani con “Su Brossolu” viene ricreata la passione di Cristo, domenica si conclude nella Piazza del Popolo con il suggestivo rito de “S’Incontru”, l’incontro fra la Madonna ed il suo figlio risorto.
Su pistiddu, un piccolo pane decorato con motivi religiosi, floreali o di fantasia, è composto esternamente da una pasta di semola che racchiude al suo interno “sa Vidanda”, una sorta di confettura semisolída realizzata con semola di grana grossissima “sa Grispa”, miele, acqua, zucchero, ed aromi come la cannella, i chiodi di garofano macinati e le scorze lasciate seccare e poi macinate di arance, mandarini e limoni. Il momento conviviale inizia già durante la preparazione per la quale si da l’onore alle persone di poter partecipare, seguendo tutto il procedimento con riti e gesti scanditi e precisi.
La festa in onore di San Giacomo Apostolo, che è patrono di Orosei, viene celebrata il 25 luglio con solenni e sentite celebrazioni religiose e un ricco calendario di manifestazioni civili.
Storicamente si conosceva anche una ricca sfilata di costumi tradizionali da diverse parti della Sardegna che accompagnavano il santo durante la processione per le strade del paese.
Negli anni 50/60 questa consuetudine è stata abbandonata anche se ultimamente si tra provando a ripristinare la vecchia usanza.
Nel tempo i festeggiamenti sono stati curati da un priorato che ne gestiva un comitato eletto ad hoc per la realizzazione delle manifestazioni civili e dei riti religiosi.
Nei primi anni 2000 le due cose sono state scisse: l’aspetto ecclesiastico viene tuttora gestito dal parroco e dal priorato mentre le feste civili dalla leva dei trentenni.
Gollai è una zona di Orosei.
La chiesa di San Gavino è stata edificata nel XIII secolo, molto probabilmente sopra un nuraghe (la cui struttura ne conserva alcune importanti pietre) a guardia del fiume cedrino e adesso del ponte che lo attraversa.
Consacrata al culto cattolico, fa parte della parrocchia di San Giacomo Maggiore nella diocesi di Nuoro.
Posta in una spaziosa piazza sull’altura chiamata Gollai, è realizzata interamente in pietra vulcanica e conserva ancora il suo aspetto nativo ovvero una semplice pianta di forma rettangolare ad una sola navata e tetto a capanna con copertura in tegole.
Il portone d’ingresso a tutto sesto si apre al centro della facciata esterna.
Il santo è festeggiato tradizionalmente l’ultima domenica del mese di ottobre, mese dal quale attinge il nome in sardo che è appunto Santu Gaini.
L’ultima domenica di maggio ha luogo la Festa di Santa Maria del mare, forse la celebrazione più suggestiva di Orosei.
Una processione di barche addobbate da fiori, con alla testa la statua della Vergine Maria, navigano sul fiume Cedrino fino a raggiungere la chiesa di Santa Maria e’ Mare sulla foce.
La festa inizia alle 9 del mattino in piazza del Popolo con Sa mutatura, la decorazione delle barche dei pescatori con fiori colorati.
Alle cinque di pomeriggio il corteo si avvia lungo il Cedrino verso la foce accompagnato dal resto della popolazione lungo le sponde. Una volta raggiunta la chiesetta pisana, la barca con il simulacro della Madonna tocca terra per prima tra gli applausi dei fedeli.
Dopo una messa suggestiva, la cittadinanza si rifocilla con panini al polpo e vino locale.